Nerdream.it – Minecraft: quando il gioco ha tanto da insegnare

Tutti conosciamo Minecraft ma chi conosce davvero le potenzialità e le opportunità che ci offre? Ce ne parla Valerio Vega, creatore e autore di Nerdream.it, un sito dove tutte le vostre curiosità nell’ambito nerd possono essere soddisfatte! Goditi un assaggio leggendo questo guest post sul popolarissimo Minecraft!

Per Minecraft si è scomodato persino il New York Times, che dopo aver visto il successo planetario del gioco, nato nell’oramai lontano 2011, coniò circa 4 anni fa l’appellativo di “Minecraft Generation”, andando a catalogare così l’enorme schiera di giocatori di giovane età che tutt’ora imperversa sulla piattaforma. Basti pensare che il gioco conta più di 200 milioni di copie vendute e 126 milioni di giocatori attivi mensilmente!

Orbene da genitore quale sono, nel tempo mi sono accorto che spesso e volentieri gli adulti meno attenti tendono a snobbare le potenzialità di alcuni tipi di videogames. Ancor più spesso mi sono reso conto che quanto più povero è il gioco dal lato tecnico tanto meno gode dell’attenzione di chi proprio con i videogiochi non ha mai avuto a che fare… vien da se che il buon vecchio Minecraft rientri proprio nella classica categoria dei giochi snobbati che invece meritano enorme considerazione.

Si perchè ci troviamo di fronte ad un sandbox che nella sua grande libertà d’azione può incoraggiare la creatività, la risoluzione dei problemi, la pianificazione e l’esecuzione di determinate azioni. Può persino insegnare ai bambini più grandi la codifica e l’ingegneria elettrica.

Chi ha detto che a scuola è vietato giocare?

Se ne è accorta una parte del mondo “dei grandi”, tant’è che è nato Minecraft Education Edition, rilasciato nel 2016. Ci troviamo di fronte ad una versione di Minecraft progettata specificamente per l’uso nelle classi scolastiche.

Insegnanti in tutto il mondo utilizzano il gioco per insegnare di tutto… dalla matematica alla storia, alla letteratura, alla chimica e altro ancora!

Ovviamente i contenuti di questa Education Edition sono totalmente creati dagli utenti (degli educatori selezionati) che caricano sulla piattaforma e condividono mappe o piani di lezione interattivi, che stimolano le menti dei bambini che ci si porranno di fronte con il piglio da videogiocatori, che probabilmente non avrebbero di fronte ad un libro cartaceo o ad una lezione spiegata alla lavagna con gessetti e cancellino.

La qualità dei progetti è varia ed alcune delle creazioni disponibili sono a dir poco fantasmagoriche, con addirittura la presenza di un progetto approvato dalla NASA che permette un virtual tour (alquanto cubettoso, vista la grafica di gioco) nella Stazione Spaziale Internazionale, ricreata perfettamente in ogni sua parte.

Purtroppo questa edizione del gioco è utilizzabile legalmente solo all’interno di istituti scolastici (fatta eccezione per la versione di prova gratuita disponibile sul sito) che ne facciano richiesta e che acquistino una licenza annuale per poter inserire programmi didattici di questo tipo nel programma scolastico. Se siete dei genitori e pensate che la scuola di vostro figlio possa lanciarsi in una cosa simile potete proporglielo. Chissà mai che non riusciate a fare breccia nel cuore di qualche insegnante nerd!

Se a scuola non si può c’è di che “arrangiarsi”…

A scuola di tuo figlio hanno solo 1 vecchio Intel Pentium 133 Mhz con Windows ’98? Non è detta l’ultima parola! Ci sono infatti un infinità di repositories gratuite indie fatte in casa, mappe progettate per l’istruzione, forse non accurate come quelle inserite nel progetto di cui abbiamo parlato poco fa, ma comunque sviluppatissime ed interessanti da poter utilizzare comodamente a casa!

Qualche esempio? Beh andate qui e vedrete come è stata riprodotta la città di Londra colpita dal mega incendio del 1666! Una sorta di avventura al Museo di Londra che unisce distruzione ed educazione… L’utile al dilettevole insomma.

Lasciatevi coinvolgere nel gioco… C’è sempre da imparare anche per voi!

Se non siete in grado di scaricare una mappa educativa e di utilizzarla, pensate che alla fine vi basta il gioco base per divertirvi. Magari sarà vostro figlio stesso a spiegarvi come gettarvi nella mischia con lui.

La modalità sopravvivenza, la più gettonata, vi farà iniziare come uno sfortunato senzatetto vagante, in una landa inospitale e desolata, che dovrà fare molta attenzione per cavarsela in ogni condizione (magari seguendo i consigli che la Manu vi ha dato qui). Se sarete bravi in poco tempo vi ritroverete ad andare in giro con sfavillanti armature, una villa di lusso, una super spada incantata, cibo e sfizi in quantità industriale… Vi basterà appunto imparare a gestire le risorse ed il tempo, comprendendo le dinamiche di gioco, utilizzando l’ambiente a vostro favore, impegnandovi in tanto duro lavoro… Cose che non si discostano poi tanto da ciò che serve fare nella vita reale no?

Più si andrà avanti nel gioco e più si avranno tante opportunità di guidare i nostri figli verso una cultura delle capacità decisionali, della preparazione, della pazienza e della perseveranza non solo in game, ma anche nella vita. Piccole scelte che potranno poi fare la differenza in tante occasioni.

“Sopravvivere” è stimolante, ma “creare” lo è ancor di più!

Quando poi vuoi inserire il boost all’esperienza, bisogna passare alla modalità creativa. Questa permette di creare mappe specifiche in base a quello che si vuole trasmettere.

La gabola è questa… creare un mondo di gioco che abbia delle potenzialità nell’insegnamento di qualcosa, incuriosendo il bambino al punto da dargli la voglia di creare lui stesso un mondo giocabile oltre che di giocare qualcosa di già preesistente.

Creando imparerà le stesse cose che avrebbe imparato giocando senza nemmeno aver ancora testato la sua stessa mappa! Un power-up non da poco!

Interessante è anche la natura evolutiva del gioco, che si presta a creazioni basiche per i neofiti e a costruzioni ipercomplesse per i veterani. Questo permetterà al gioco di crescere insieme al bambino, offrendo spunti evolutivi che gli permetteranno di affinare la tecnica per creare mappe e congegni o strutture sempre più complesse, iniziandolo ai meccanismi dell’automazione e della progettazione architettonica.

Il potenziale educativo è anche potenziale sociale ai tempi del covid-19

Altra caratteristica da non sottovalutare è la caratteristica social del titolo. Tutt’ora riunisce virtualmente amici coetanei e non sui suoi server, aiutando le attuali generazioni a vincere le tensioni emotive di un periodo di “clausura” forzata e riduzione delle possibilità di interazione reale extrascolastica. Un fattore determinante in un periodo storico così particolare.

L’associazione dei concetti educativi di gioco con il suo lato social è poi spunto per una ulteriore riflessione sulle enormi potenzialità del gioco. In gruppo il gioco infatti stimolerà anche tutte quelle importanti nozioni sul lavoro di squadra, l’organizzazione e la divisione dei compiti, le responsabilità. Questo per consentire al gruppo di finire un determinato lavoro e tante altre sfaccettature di questo ulteriore microcosmo contenuto nell’universo di gioco.

Insomma, forse possiamo annunciarlo con fierezza, la Minecraft Generation ha le capacità e le potenzialità per rendere il mondo un posto migliore.

Screenshot di Minecraft panorama
Minecraft – Mojang

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