I videogiochi fanno male? 5 miti da sfatare

Nonostante la grandissima diffusione dei videogiochi e i molteplici utilizzi in vari ambiti, ci sono ancora molte credenze negative su di essi. Spesso, il gamer viene visto come una persona svogliata e passiva, completamente schiavizzata dallo schermo.

La maggior parte di queste critiche arrivano da persone che i videogiochi sanno a malapena cosa siano e che, spesso, non ne hanno mai provato uno. Se hai già letto qualche articolo su questo blog, avrai ormai capito che ci tengo molto a questo argomento e mi batto attivamente per fare far comprendere il ruolo dei videogames nella vita di un gamer e i benefici che i videogames possono portare nella nostra vita.

E anche oggi vorrei parlarti di questo argomento sfatando alcuni miti (alcuni dei quali diffusi anche tra i gamers) per portare un po’ più di chiarezza sul mondo dei videogames e dei suoi abitanti e stimolare qualche riflessione sia tra i gamers che i nongamers.  

Ecco qui alcune delle credenze più diffuse riguardo il mondo dei videogiochi

I videogiochi rendono violenti

Credo che questa sia l’affermazione più sentita riguardo ai videogiochi negli ultimi anni. Il fattore che ha reso popolare questa credenza è “se in un videogioco ti diverti ad uccidere persone, allora per te diventerà normale farlo anche nella realtà”.

Che dire…credo che un’altissima percentuale di persone nel mondo abbia provato a giocare a dei videogiochi violenti e si sia divertita a massacrare il nemico ma c’è una chiara differenza tra gioco e realtà e ognuno di noi è in grado di scindere le due cose (a meno che non si parli di persone affette da una patologia). Inoltre, siamo ben coscienti del fatto che la criminalità e la violenza esistevano ben prima della nascita dei videogiochi.

Togliendo questa mia personale opinione, non ci sono dati che sostengono un collegamento tra videogioco violento e violenza nella vita reale. Al contrario, ci sono degli studi che sostengono che non ci sia traccia di legami tra videogiochi violenti e alti livelli di aggressività. Se sei curioso di andare ad approfondire, puoi leggere un articolo di Ferguson, presidente del dipartimento di psicologia alla Stetson University, con relativi link a degli studi fatti.

Insomma, dopo aver giocato 5 ore a Call of Duty, magari ti sentirai un po’ più adrenalinico ma, dopo un po’, tornerai alla tua normale sensibilità emotiva senza portarti dietro istinti omicidi o quant’altro.

I videogiochi sono per bambini

Alcuni videogiochi non sono affatto per bambini (e lo trovi indicato sulla confezione del videogioco stesso), mentre alcuni videogiochi sono anche per bambini.

Screenshot dei pokemon. Inizio del videogioco.

Prendiamo come esempio i Pokemon: la maggior parte di noi ci giocava a 10-11 anni e poi ci ha rigiocato a 15 anni e poi di nuovo a 30 anni.

La stessa esperienza viene vissuta in maniera molto diversa a seconda dell’età e della maturità. Lo stesso gioco, quindi, viene interpretato in modo diverso da un bambino e da un adulto. Il modo di giocare cambia e si fa attenzione a punti diversi. Mentre da bambino giochi pensando semplicemente a catturare i Pokémon e vincere ai combattimenti, da adulto segui molto più attentamente la storia e ne assapori le sfaccettature e gli insegnamenti.

Lo stesso gioco può farti crescere in modi diversi a seconda del momento della tua vita. Da adulto, riuscirai ad assorbire gli insegnamenti morali ad un livello più profondo e notare ciò che agli occhi di un bambino sfugge.

P.s.: a favore di questa tesi, ti invito a riguardare Ranma ora che sei adulto e raccontarmi nei commenti se hai notato differenze rispetto a quello che ricordavi di aver visto da bambino!

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I videogiochi sono una perdita di tempo

Ho scritto un articolo che elenca i benefici dei videogames e siccome di benefici ce ne sono tanti (nonostante, appunto, le credenze) un articolo era poco. Quindi subito dopo ho deciso di scrivere anche la seconda parte, il tutto condito con dei link a delle ricerche e studi fatti.

Riassumendo, ogni tipologia di gioco può aiutarti a sviluppare delle capacità. Ad esempio, giocando agli sparatutto imparerai a prendere decisioni velocemente, giocando ai puzzle svilupperai capacità logiche mentre giocando ai GDR svilupperai l’empatia. Ti invito a leggere gli articoli di approfondimento linkati un paio di righe più su e farmi sapere se credi che davvero giocare sia fine a sé stesso.

Oltre a questo, al giorno d’oggi molte persone hanno reso i videogiochi la loro professione. Partendo banalmente dai programmatori/ sviluppatori/ disegnatori & co che costruiscono un videogioco da zero (si parla anche di un centinaio di persone per videogioco) e arrivando alle più moderne professioni tipo gli streamer, gli influencer, i blogger ecc…

I videogiochi sono un’opportunità di crescita per tutti e possono anche diventare fonte di guadagno. Tutt’altro che una perdita di tempo.

I videogiochi ti rendono uno zombie

Ma stiamo scherzando?? Con tutti gli zombie che faccio fuori quando gioco?!

Partiamo dal fatto che i gamer “seri” esercitano parecchie abilità giocando quindi sono tutt’altro che zombie.

Forse con questa affermazione ci si riferisce al fatto che si pensa che un gamer stia chiuso in casa tutto il giorno a giocare. In alcune giornate è anche vero ma non tutti passano così la totalità del loro tempo. Abbiamo un lavoro come tutti (i disoccupati ci sono sia tra i gamer che non) e abbiamo degli amici come tutti, semplicemente il tempo che una persona normalmente passa a guardare la tv o sui social network, un gamer lo sfrutta per giocare.

 A questa affermazione si può ribattere con un “si ma i videogiochi creano dipendenza”. Certo, i videogiochi possono creare dipendenza esattamente come fa la birra, le sigarette o Facebook ma solo una piccola percentuale di giocatori manifesta il cosiddetto gaming disorder.

Questo non significa che ogni gamer è a rischio dipendenza, esattamente come ogni persona che beve birra non è a rischio di alcolismo.

Parliamo, invece, del fatto che un gamer viene visto come asociale. Io sono sempre stata una persona introversa. Lo ero da molto prima di iniziare a giocare ma sono stati proprio i videogames ad aiutarmi a socializzare. Mi ricordo che andavo a scuola con il mio gameboy e a ricreazione ero facilitata ad avvicinarmi agli altri e fare amicizia proprio perché avevo l’occasione di parlare della mia squadra Pokemon, far vedere agli amici quanto ero diventata forte e scambiare Pokemon con loro o semplicemente confrontarci sull’andamento dell’avventura. Per me, e per molti altri, i giochi sono stati uno strumento di socializzazione.

Ad oggi, ci sono molte comunità di gaming online e si ha grande possibilità di giocare in multiplayer ad una grande varietà di giochi.

I videogiochi sono roba da uomini

Ecco, chiudiamo in bellezza con una delle affermazioni più sentite nell’ambito dei videogiochi. Questa convinzione è diffusa sia nel mondo in generale che nel mondo dei gamers. Non è raro, per una donna, giocare online o chiacchierare di videogiochi su qualche social e dopo un po’ sentirsi dire “ah, ma sei una donna?”.

Si, sono una donna. Questa di fianco sono io e, per questo motivo, posso affermare con sicurezza che anche le donne si appassionano ai videogames. Una donna gioca esattamente come un uomo ed è sbagliato etichettare una donna come poco capace. La bravura non dipende dal sesso ma dall’esperienza che una persona ha nelle dinamiche di gioco.

Fortunatamente, con la diffusione virale dei videogiochi, questa credenza sta pian piano scemando.

Sicuramente avrai sentito almeno una volta una di queste affermazioni, se non tutte. Se sei un gamer, ti sono vicina e con questo articolo spero di averti fornito un utile strumento per farti forza davanti alle critiche e poter ribattere con dei dati alla mano.

Tu cosa ne pensi? Pensi che i videogames siano inutili o li consideri una grande risorsa? Fammelo sapere nei commenti e noi ci rileggiamo alla prossima.

2 commenti su “I videogiochi fanno male? 5 miti da sfatare”

  1. Gran bell’articolo e concordo a pieno su tutto quello che hai scritto! I videogiochi sono delle perle rare, molto raramente diventano nocivi e tutti dovrebbero capire quanti benefici portano a noi videogiocatori.

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    • Ben detto! Mi fa piacere che la pensi così e speriamo che il loro reale valore possa essere capito e sfruttato da sempre più persone!

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