A quale pubblico si rivolgono gli anime? Sono contenuti per bambini o sono, invece, riservati agli adulti?
Immagina questa classica scena familiare: una bella famigliola seduta sul divano con la copertina sulle gambe che guarda un bel film d’animazione in tv, magari sorseggiando una bella tisana calda.
Quali scene andranno a guardare? Qual è il clima che si creerà? Quale insegnamento si porteranno con sé a fine serata? E, soprattutto, quale insegnamento riceverà il piccolino dalla storia che andrà a vedere? Si sa, quando si parla di bambini ci sono contenuti bimbo-friendly e contenuti assolutamente da evitare. Oggi parleremo proprio di questo, cercando di chiarire in quale categoria rientrano gli anime.
Osserva attentamente ogni aspetto del problema, a poco a poco, poi collegali e osserva l’insieme. Visto? Un avversario davvero debole
Nagisa – Assassination Classroom
Seguiamo i consigli di Nagisa e analizziamo questo “problema” sotto i vari aspetti. La risposta è, infatti, abbastanza semplice a patto che si conosca l’argomento.
Questo è proprio il fulcro del problema. A volte vengono espressi giudizi frettolosi e punitivi anche se dell’argomento non si sa molto.
E allora partiamo da qui. Dal conoscere meglio l’argomento anime. Se non ne sai nulla, porterò un po’ di luce su questo mondo mentre se già conosci l’argomento probabilmente non ci troverai nulla di nuovo ma ti lascerò comunque qualche personale impressione. Mi farebbe piacere, poi, avere un riscontro e un tuo parere indipendentemente dal tuo livello di conoscenza degli anime
Panoramica sugli anime
Gli anime sono cartoni animati. La parola “anime” in sé significa proprio “animazione”.
Questo, però, significa che siano rivolti ai bambini. O meglio, non significa che siano per forza rivolti ai bambini.
Ora ti racconterò una storia.
Qualche tempo fa mi è stato chiesto da una mamma quali anime le potevo consigliare per suo figlio di 10 anni. Questa richiesta mi ha messa in difficoltà.
Ho sfogliato mentalmente gli anime che ho visto negli ultimi anni e, sinceramente, non ho potuto far altro che scartarli tutti e andare a scavare nella mia infanzia per consigliarle qualcosa che avevo visto da bambina e che mi era piaciuto.
Le ho quindi consigliato i Pokémon e Rossana sentendomi anche imbarazzata per la scarsità della risposta. Purtroppo da bambina non guardavo molto gli anime e ad oggi non ho un interesse nel formarmi sul target bambini.
Quando ho iniziato a pensare a quale anime consigliarle, nella mia mente sono comparsi vari ricordi: l’anime dove degli studenti delle medie devono uccidere il loro professore, quello dove un ragazzo scrive dei nomi su un quaderno nero per far fuori delle persone, quello dove ci sono dei maghi casinisti che durante le loro missioni benefiche distruggono intere città. Poi c’è quello in cui ci sono tette e culi a volontà, demoni che sbranano umani, umani che sbranano demoni, umani che sbranano umani, demoni che sbranano demoni, ecc…
Insomma, nessuno degli anime che ho guardato negli ultimi anni può essere considerato un anime adatto ad un bambino.
Chi considera gli anime dei cartoni esclusivamente rivolti ad un pubblico infantile, conosce il mondo degli anime solo in modo superficiale.
Certo, ci sono anche Sampei, Holly e Benji e Hamtaro ma ora chiedo a te, mio caro coscienzioso genitore: faresti vedere Psycho-Pass al tuo piccolo? E Bleach? E Dororo? Io no…
Molti anime trattano di argomenti delicati come abusi, depressione, morte, genocidi, problemi familiari, ecc… Molti anime sono davvero crudi ed espliciti e vanno guardati esclusivamente da un pubblico adulto, maturo e coscienzioso.
Ecco alcuni esempi e cosa ne ho tratto:
Il multitasking spiegato da Endeavor
Assassination Classroom e la perseveranza
Bleach: rilasciare il Bankai e cambiare la propria vita
Tipi di anime
Gli anime, come un po’ tutto, sono divisi in varie categorie. Questo aiuta chi li sta per guardare a capire se sta scegliendo un anime rivolto al suo target, proprio come accade per i film.
Le varie categorie di anime servono proprio per dare un’indicazione dell’età che dovrebbe avere lo spettatore in modo da suggerire se ciò che sta andando a guardare è rivolto ai bambini, ad un pubblico giovane, a tutti o solamente ad un pubblico adulto, insomma se è adatto alla propria età.
Si parte dai “Kodomo” che sono gli anime rivolti ai bambini (generalmente si intende fino agli 11 anni circa, la fine delle elementari, insomma). Questi hanno trame semplici, di comprensione immediata e sono spesso educativi, con insegnamenti morali molto espliciti e facili da cogliere. Alcuni di questi sono i Pokémon, Doraemon, Digimon, ecc…
Ora faccio una piccola precisazione per le prossime categorie. I giapponesi suddividono le categorie tra uomini e donne destinando quelli un po’ più di azione agli uomini e quelli un po’ più romantici alle donne. Io non mi sento di fare questa “discriminazione”, per me una storia romantica è perfettamente godibile per un uomo come una d’azione è perfettamente godibile per una donna. Io e mio marito guardiamo spesso anime insieme e non abbiamo mai fatto distinzione tra una categoria e l’altra ma ve le indicherò comunque giusto a titolo informativo.
Iniziamo con gli “Shounen” e agli “Shoujo”. Questa categoria è destinata ad un pubblico giovane ma non infantile. I pre-diciottenni, diciamo. Rispettivamente gli “Shounen” sono consigliati ai ragazzi e gli “Shoujo” alle ragazze. Questi, in realtà, tendono a piacere un po’ a tutti, sia agli adolescenti che agli adulti ma iniziano a non essere più adatti ai bambini. Le tematiche che trattano sono già più impegnative e iniziano ad essere un po’ più serie e delicate. Pensiamo, ad esempio, ad un Naruto, un Orange, un Demon Slayer. In entrambi gli anime c’è molto movimento e ci sono scene leggere e divertenti ma anche scene più profonde che affrontano temi come il fallimento, il lutto, la perdita, o problematiche familiari (vedi la famiglia di Sasuke). Questi iniziano ad essere temi che richiedono un po’ di maturità, che un adolescente può comprendere ma un bambino no.
Si passa, infine, agli anime per adulti, per i maggiorenni. Questi sono i “Seinen” per gli uomini e i “Josei” per le donne. Qui troveremo anime molto più complessi, con tematiche molto serie, crude o brutali che non vengono “addolcite” in quanto non dirette ad un pubblico giovane. Tra questi ti cito Tokyo Ghoul, Voglio mangiare il tuo pancreas, Inuyashiki o Psycho-Pass. I temi trattati sono molto delicati e spesso drammatici, con vari risvolti psicologici non sempre di facile comprensione.
Oltre a questi rimane da citare un’ultima categoria, quella degli “Hentai”, riservata ad un pubblico adulto e decisamente non per bambini in quanto sono anime a sfondo sessuale esplicito. Qui non vi faccio esempi perchè è una categoria che non ho ancora esplorato quindi non mi sento di consigliarvi nulla.
Ora che la panoramica e la classificazione sono fatte, non ci resta che fare un punto della situazione.
Cosa ti lascia un anime
Abbiamo visto che esistono vari tipi di anime diretti a diversi tipi di target di età. La categoria più fornita è quella degli Shounen in quanto copre la fascia di età più ampia ed è quella, quindi, apprezzata da una più ampia fetta di pubblico.
Indipendentemente dal target, gli anime hanno un indiscutibile valore artistico e lasciano insegnamenti preziosi sui temi più vari. Guardando un anime potrai capire l’importanza dell’amicizia, dell’onestà, dell’impegno, della gestione delle emozioni. Potrai rilassarti e divertirti o fare profonde riflessioni sulla vita.
Io ti invito a visitare la sezione anime di Guida Strategica e dare un’occhiata alle varie opportunità e insegnamenti che un anime può lasciarti!
Fammi sapere nei commenti cosa ne pensi, quali sono i tuoi anime preferiti e che cosa ti hanno lasciato.